Urli silenziosi

Fuori sembra Silent Hill. Dentro è pure peggio.

La birra è fredda, gli Afterhours risuonano, la nicotina mi avvelena, regalandomi l’illusione di tranquillità.

Non canto, recito. Parole che escono in automatico, come le sapessi a memoria. Di alcune ne conosco la profondità, di altre ne ignoro il senso compiuto, ma ne hanno, o almeno così pare.

Il silenzio, la chitarra, il basso, tu che canti su un pianoforte, il suono delle onde, i miei urli liberatori, la musica, il silenzio. Le parole scritte nero su bianco su tastiere senza inchiostro.

Si può vivere anche senza respirare. Te lo giuro, io lo so. È così che vivo io da tanto tempo e, vedi? Mica son morta. Stanca, forse moribonda, ma non morta. Fossi morta me ne accorgerei: sentirei la pace e il sollievo.

Voglio un pensiero superficiale che renda la mia pelle splendida.

Voglio il silenzio.

Voglio le risate.

Voglio. Voglio. Voglio. Voglio e sto ferma in un angolo a pensare, quando dovrei guardare a sud ovest, dove il mio mare mi aspetta sempre. Forse, un giorno, per l’eternità.